“Un coach aiuta le persone a trasformare se stesse e a riformulare il loro modo di essere, di pensare e di agire. Il coach stimola e supporta il cliente (coachee) a raggiungere elevati livelli di performance e allo stesso tempo far emergere il meglio di sé” [1].
Per la International Coaching Federation invece il coaching è: “Collaborare con i clienti in un processo creativo che attiva la riflessione, ispirandoli a massimizzare il loro potenziale personale e professionale.”
Un coach offre supporto nello sviluppo di nuovi punti di vista, supporta l’esplorazione di diverse opzioni e la generazione di nuove possibilità in modo che i clienti possano prendere delle decisioni basate su ciò che essi realmente vogliono, non quello che “dovrebbero volere”. Un coach è un professionista che crede nei suoi clienti e li accompagna nel raggiungimento del loro successo e soddisfazione. Un coach aiuta i suoi clienti ad affrontare le sfide e rimanere focalizzati, stimolando e condividendo osservazioni e insight e, infine, sostenendoli nell’azione perché realizzino quanto desiderano. In poche parole, il cliente identifica un gap tra dove è e dove vorrebbe essere, il coach lo supporta per colmare questo gap.
Cosa non è il coaching – le differenze
Anche se può sembrare strano, nel caso del coaching, è utile definire cosa non è. Le domande che spesso vengono poste dai meno esperti confermano l’utilità di questo approccio. La questione riguarda il rapporto tra il coaching e altre discipline con cui viene spesso confuso. Ci può aiutare sapere che la International Coaching Federation non considera ore di formazione valide per la certificazione di un coach quelle aventi come oggetto PNL, psicologia, sociologia, economia, negoziazione, ecc… Il motivo è che il coaching è “altro” da queste discipline. Va notato che ICF è un’associazione non profit, non ha scuole proprie e non ha interessi economici direttamente connessi con la formazione di coaching.
Il coaching professionale è un servizio specifico focalizzato sulla vita della persona in relazione ai suoi obiettivi, alla realizzazione di risultati con un impatto concreto e alla generazione di cambiamenti utili.
Vediamo quali sono le principali differenze con alcune professioni di supporto alla persona o alle organizzazioni:
Psicoterapia:
La psicoterapia si occupa normalmente di sofferenza, disfunzioni e conflitti della persona o tra due o più persone. Ci sono molte scuole e approcci, ogni indirizzo psicoterapeutico ha una sua specifica definizione di “problema” e di percorso per risolverlo.
Il terapeuta è l’esperto che fa una diagnosi e definisce un percorso terapeutico adoperandosi affinché il suo cliente/paziente possa guarire.
Il coach aiuta le persone, singolarmente o in gruppo ad avanzare nel loro percorso evolutivo, a definire obiettivi personali e professionali e a perseguirli per arrivare ai risultati che essi veramente desiderano. Questo lavoro può anche avere, come effetto collaterale, conseguenze positive sullo stato di salute psicofisica della persona, ma il suo focus è sulla creazione di strategie e la loro messa in pratica per il raggiungimento degli obiettivi del cliente.
Counselling:
Definire il counselling ha una sua particolare difficoltà dovuta alla sua relativamente giovane età e a una grande varietà di scuole e approcci. Generalmente il counselling è un processo attraverso il quale il counsellor fornisce uno spazio di conversazione che offre al cliente la possibilità di riflettere e portare in superficie aspetti psicologici che lo rendono poco efficace o che lo fanno sentire insoddisfatto. Spesso questo si applica anche in ambiti professionali. La forte derivazione psicologica di questa professione ne rende a volte labile il confine con la figura dello psicologo.
Il counsellor mediamente è un esperto di scienze psicologiche e lavora con il cliente per la risoluzione di un problema del cliente e per correggere comportamenti inefficaci.
In questi anni ho avuto modo di confrontarmi con molti counsellor avendone avuti diversi come partecipanti nei nostri corsi di formazione e principalmente riferiscono quanto la differenza sia soprattutto nei tempi più rapidi con cui il coach porta il cliente a raggiungere i suoi obiettivi, il particolare focus sull’azione volta al raggiungimento di obiettivi misurabili, la definizione e gestione di piani d’azione e l’accountability del cliente.
Mentoring:
Il mentore è un esperto, per la sua seniority si pone come riferimento e modello. Mette a disposizione la sua esperienza e le sue capacità, il suo pensiero e la sua saggezza con l’obiettivo di portare un individuo o un gruppo di individui all’eccellenza in determinate competenze.
Il rapporto tra coach e coachee è di partnership e l’obiettivo viene deciso dal coachee con il sostegno del coach. A volte il coach opera anche come mentore, per esempio nel caso in cui faccia mentor coaching di coach meno esperti, ma coaching e mentoring sono ben distinti e un coach non dovrebbe mai confonderli nella sua pratica.
Consulting:
Il consultant, o consulente, ha esperienza e competenze specialistiche, quando viene chiamato da una persona o da un’organizzazione, ci si aspetta che faccia un’analisi, proponga una soluzione e, in molti casi, ha anche la responsabilità della sua realizzazione.
Il coach, con il suo approccio, si pone come partner a supporto del cliente nella definizione di obiettivi chiari, nella scoperta di possibili ostacoli o vantaggi propri del cliente e del contesto in cui opera e nella definizione di strategie della cui realizzazione e successo sarà responsale esclusivamente il cliente.
Training:
Obiettivo del trainer è che il cliente apprenda, individualmente o in gruppo, con metodi e approcci anche molto diversi, ma con il trasferimento di conoscenze e competenze e percorsi pre-definiti.
Il coach non lavora su percorsi definiti di apprendimento e non insegna nozioni o abilità. Talvolta nel training vengono portate delle attività di coaching che possono essere di supporto al raggiungimento degli obiettivi formativi, tuttavia la distinzione tra coaching e training è netta e riguarda scopo, modalità del lavoro e la relazione che si stabilisce.
Allenatore sportivo:
Per quanto la metafora sportiva sia spesso utilizzata in riferimento al coaching, la differenza è macroscopica. Nei vari sport l’allenatore, spesso detto anche coach è, per il singolo atleta o per la squadra, il riferimento strategico e di insegnamento.
Spesso è un mentore e un trainer, un manager, un motivatore e un consulente che lavora perché vengano raggiunti risultati agonistici specifici, per la realizzazione dei quali è anch’egli responsabile. Buona parte del lavoro dell’Allenatore sportivo (che distinguiamo dal preparatore atletico impegnato nello sviluppo della forma fisica) è focalizzata sulla ricerca del perfezionamento dell’azione, sul feedback all’atleta, in particolare su quello che non funziona e su come si dovrebbe fare.
Attività | Relazione | Focus | Strumenti | Obiettivi |
Terapia | Dottore / Paziente | Disagio / Malattia | Anamnesi
Ascolto Feedback |
Guarigione |
Counselling | Partner-Guida
Partner |
Problema / Obiettivo | Ascolto / Feedback | Benessere e recupero
funzionalità |
Mentoring | Senior
Junior |
Insegnamento | Esperienza
Esempio |
Abilità |
Consulting | Esperto
Inesperto |
Problema / Obiettivo | Analisi e progettazione | Soluzioni |
Training | Insegnante
Allievo |
Insegnamento | Parola / Laboratorio | Apprendimento |
Allenamento sportivo | Dirigente
Dipendente |
Agonistico | Parola /
Allenamento |
Performance /
Vincere |
Coaching | Partner
Partner |
Obiettivo / Action Plan | Ascolto
Feedback Strategie |
Realizzazione |
Il coach, come lo intendiamo qui, può operare anche in ambito sportivo, spesso affiancando l’allenatore sportivo, ma resta estraneo alla responsabilità dei risultati agonistici, ovviamente non si pone come esperto dello specifico sport e focalizza il suo lavoro sulla generazione di consapevolezza, chiarezza di obiettivi e visione, utili all’atleta e/o alla squadra per migliorare i risultati agonistici.
Altri usi della parola coach: negli ultimi anni il termine coaching è stato anche accostato a tanti termini, spesso usato come sinonimo di trainer: vocal coach, wellness coach, mental coach, fitness coach, love coach, spiritual coach, ecc.
Evitando l’analisi di ogni definizione e senza volerne offrire un giudizio di merito, se ci riferiamo alla ICF: il coaching è riconoscibile come tale se comprende le otto competenze e il codice etico ICF (vedi lezione successiva).
Naturalmente le definizioni e distinzioni appena date, come ogni semplificazione, non pretendono di rappresentare tutta la realtà. I confini tra le diverse discipline non sono sempre così netti e alcuni strumenti di lavoro, come l’ascolto attivo o il feedback, sono condivisi da più di una professione. Penso possa essere utile per coloro che operano nel campo dello sviluppo e del cambiamento individuale acquisire competenze di professioni limitrofe. Per psicologi, psicoterapeuti e counsellor, mentori, consulenti, trainer, allenatori, insegnanti, medici, avvocati e molti altri, acquisire le competenze di coaching può voler dire esplorare nuove opportunità e ampliare la gamma di possibili risposte a supporto dei loro clienti e pazienti. Per i coach professionisti comprendere le basi del lavoro di psicologi e psicoterapeuti può significare avere gli strumenti più adatti per comprendere i confini dell’efficacia e dell’eticità del proprio lavoro; apprendere tecniche di training e competenze specifiche in vari ambiti è utile ad ampliare la propria “applicabilità” in contesti e attività diverse. Alcuni coach sono anche degli ottimi trainer, mentori, facilitatori, ecc.
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[1] Definizione di Robert Hargrove – Masterful Coaching