Ecco uno dei miei propositi per l’anno nuovo. E non parlo solo di diete ed esercizio fisico per smaltire i cenoni e pranzi delle feste ma dell’attenzione che tutti noi dovremmo porre nell’osservare e ascoltare noi stessi e i segnali che arrivano dal corpo. Mente e corpo sono due facce di una stessa medaglia, emozioni e pensieri forniscono  le informazioni che ci servono per scegliere un comportamento  adeguato .

Le neuroscienze ci insegnano che le sensazioni del corpo precedono l’azione consapevole, ovvero il corpo sa cose di cui la mente non si è ancora resa conto.

Le ricerche in questo campo stanno portando a una vera e propria rivoluzione, che vede il cervello come protagonista dell’attività neuronale ma nello stesso tempo evidenzia il suo legame con altri organi, come l’intestino, che ormai si è meritato la qualifica di secondo cervello, il cuore e i polmoni. La postura e la respirazione possono influenzare le nostre scelte e concorrono alla formazione della nostra identità. Pratiche come la meditazione e altre discipline come Tai chi, Qi Gong, Pilates e Yoga, migliorano la qualità della vita, generando benefici cognitivi ed emozionali.

Il respiro, quando è volontario e consapevole, guida la plasticità neuronale per scolpire e riorganizzare l’architettura cerebrale.

Diversi i studi hanno dimostrato che le persone che hanno maggiore consapevolezza corporea prendono decisioni più azzeccate.

Già grandi pensatori e medici si erano espressi in questa direzione, a partire da Galeno e dai fondatori della medicina araba, fino a Ippocrate e Aristotele, oggi le loro teorie sono supportate dal rigore scientifico della ricerca e delle nuove tecnologie che ci consentono di monitorare l’attività neuronale. I seguaci di Aristotele, detti peripatetici, dal nome greco che indica movimento, passeggiavano mentre ascoltavano le lezioni del maestro. “Da quando ho imparato a camminare , mi piace correre”diceva Nietsche, grande conoscitore della scuola peripatetica.

In tempi più recenti invece ha governato la visione di Cartesio che vedeva nel cervello e nella razionalità l’unica forma di intelligenza, all’opposto della visione buddistica del cervello come “gabbia di scimmie” o di santa Teresa d’Avila che definìva la mente”la matta di casa”.

“La nostra fabbrica dei pensieri è una scatola di sorprese infinite” afferma Nazareth Castellanos, che racconta le sue ricerche nel suo affascinante libro Neuroscienza del Corpo. Con il rigore e la passione della studiosa e lo stile comunicativo della divulgatrice, l’autrice  guida il lettore alla scoperta di una nuova consapevolezza di se stesso e del funzionamento del genere umano.

Una lettura illuminante, perché in fondo, in questi tempi in cui rischiamo di essere sostituiti dalle macchine che noi stessi abbiamo creato, come diceva George Orwell già nel secolo scorso, “ quello che conta non è restare vivi, quanto restare umani.

– Renata Beltrami