La pratica di mindfulness tra i tanti vantaggia che ha, ci mette in contatto con il nostro EGO. Quando durante la meditazione ci visualizziamo respirare, “usciamo fuori dal nostro corpo” per osservarci, cominciamo a prendere confidenza con il nostro ego e ad osservare quella parte di noi che spesso pensiamo essere l’unica che ci appartiene.
L’ego è il sé che noi costruiamo, e spesso ha un’identità molto rigida, formata da un insieme di idee, di schemi mentali, di convinzioni che etichettiamo come la nostra personalità. Il nostro ego si difende e si prende il compito di difenderci facendoci credere che molto di ciò che ci circonda è una minaccia alla nostra identità. Per questo molto spesso rifiutiamo anche in maniera inconsapevole, qualsiasi cosa che è al di fuori dei nostri pensieri, dei nostri comportamenti, e delle nostre convinzioni. Basta osservare le persone discutere, soprattutto in questo momento in cui il dibattito è piuttosto acceso, le discussioni sembrano sempre basarsi sul concetto che parlando si possa cambiare l’opinione di chi ascolta. E in questo tipo di dibattiti abbiamo sempre la sensazione che a vincere sia la persona che meglio ha difeso i suoi “pregiudizi”.
Il nostro ego difende quel pregiudizio perché quel pregiudizio è ciò che abbiamo legato alla nostra identità. Tutte le opinioni contrastanti accendono rabbia e dissapori perché in qui momenti il nostro ego si sente sfidato, sente che potrebbe perdere il controllo perché ha creato l’illusione che le nostre opinioni e le nostre convinzioni siano ciò che noi siamo e ci porta a dimenticare che mettere in discussione le nostre opinioni è ciò che ci consente di crescere.
Lavorare sul nostro ego è fondamentale se vogliamo evolverci, se vogliamo tornare alla nostra vera natura e avere nuove opportunità di scegliere. Molto di ciò che il nostro ego ha imparato è stato scelto per noi, senza che noi ne fossimo consapevoli, eppure crediamo fermamente che quelle scelte ci rappresentino e ci dicano chi siamo.
Noi siamo la consapevolezza, noi siamo l’attenzione, siamo noi stessi quando diventiamo capaci di vedere altre parti di noi, capacità unicamente umana. Siamo noi stessi quando possiamo scegliere i nostri pensieri, e non lasciare che i nostri pensieri scelgano chi siamo. Possiamo riflettere sulle nostre azioni, possiamo vedere con quale parte di noi ci siamo identificate eccessivamente fino a credere di possedere solo quell’ identità. Siamo noi stessi quando riusciamo ad ammorbidire il nostro ego, quando riusciamo a stabilire un dialogo costruttivo con il nostro vigile protettore, e dirgli che è arrivato il momento di toglierci il fiato sul collo perché siamo pronti a ricrederci, a cambiare idea, a permettere a nuove esperienze di entrare nella nostra consapevolezza, siamo pronte a scoprirci diversi, e soprattutto siamo pronti a fidarci di noi stessi e ad amarci al di sopra di ogni cosa.
– Nuna Shoesmith