La strada per diventare coach professionista è percorribile da tutti, e il solo percorrerla ti cambia la vita, ti rende più consapevole ed efficace, ma al traguardo arrivano solo quelli che hanno saputo/ voluto ben prepararsi e perseverare nella pratica. Ecco come.

DIVENTARE UN COACH NATURALE

I funghi o i corbezzoli nascono in modo spontaneo, ma coach non si diventa spontaneamente: quando vedi un coach che agisce efficacemente, in modo naturale e spontaneo, stai vedendo il risultato di anni di applicazione e sviluppo personale. Ad esempio, nella danza classica, vedendo Roberto Bolle eseguire una serie di Tour en l’air si potrebbe pensare che sia una cosa naturale e semplice, ma Roberto Bolle e chiunque abbia mai provato a fare la stessa cosa (parlo per esperienza) sa quanto lavoro, fisico e mentale, sia necessario per arrivare a esprimere tanta “naturalezza”.

Quindi un Coach oltre ad avere una certa predisposizione deve applicarsi e studiare per cambiare la propria “forma e sostanza”, deve imparare a pensare e persino ad essere in un modo diverso, fino a poter fare con naturalezza cose che per altri sono impossibili, per esempio: seguire un modello di conversazione e governarne il processo, ma allo stesso tempo essere “qui e ora” con il suo cliente; sospendere il proprio giudizio sui fatti e accompagnare il cliente in un mondo creativo dove ogni opzione è possibile; sfidare le convinzioni del cliente in modo diretto e franco eppure farlo sentire sostenuto e compreso… e molto altro.

Ecco allora che si profila un percorso ideale, una scuola, degli insegnanti e un contesto dove sperimentarsi in modo sicuro, per il professionista e per i suoi clienti. Ma come orientarsi tra le tante possibilità?

Ogni scuola si presenta al meglio e cerca di attrarre nuovi allievi nei suoi corsi: per capire qual è quella più adatta a te è importante che tu faccia un’attenta analisi delle tue attitudini, dei tuoi obiettivi e dei percorsi formativi possibili.

LE DOMANDE PER TE:

  • Qual è il principale obiettivo che voglio raggiungere?
  • La mia disposizione a nuove prospettive professionali è reale?
  • Qual è il mio budget per il training nei prossimi due anni?
  • Quanto tempo posso investirci?
  • Che tipo di corso preferisco? Residenziale, face to face, a distanza, e-learning o un mix delle diverse modalità?
  • Condivido i valori che la scuola propone e rappresenta?
  • Cosa mi attrae verso il Coaching come professione?
  • Quali sono i talenti e le esperienze che ho da offrire come coach?
  • Che coach voglio diventare? Cosa mi farà capire di essere un coach professionista?
  • Cosa potrebbe ostacolarmi dal diventare un coach efficace?
  • Cosa mi serve per diventare un coach efficace?
  • Qual è il mio piano d’azione per realizzare la mia vision?

    CI FAI O CI SEI?

    Penso che dovremmo far sempre dialogare il desiderio di raggiungere una perfezione ideale e la necessità di essere giusti così come siamo, trovare insomma la giusta via di mezzo tra l’irraggiungibile e l’insufficiente, ma ci sono delle professioni in cui la “giusta via di mezzo” è comunque ardua da raggiungere. Nella professione del Coaching non basta “fare” il coach, tutti i coach veramente bravi “sono” profondamente e continuamente dei coach. Le tecniche e le competenze possono essere acquisite ma i propri comportamenti, i propri modelli mentali e certe qualità umane sono parte di un modo di essere e sono talenti sviluppati grazie a un processo di trasformazione volontaria e profonda.

CI SONO VARI ELEMENTI CHE RENDONO “ECCELLENTE”
UN COACH:

  • ha un interesse genuino verso gli altri;
  • sa ascoltare attivamente quanto detto o non detto;
  • ricerca una visione sistemica;
  • le sue osservazioni sono sempre costruttive;
  • è capace di stimolare e generare cambiamenti;
  • fa le domande utili per il cliente;
  • considera i problemi in una prospettiva ampia e creativa;
  • sa incoraggiare;
  • non ha continuo bisogno di dimostrare che vale;
  • considera la sua integrità essenziale;
  • ha un ego poco ingombrante e lo sa gestire consapevolmente;
  • agisce coerentemente con quanto dice;
  • conosce i propri limiti e sa riconoscere se influenzano il proprio lavoro;
  • ha un’intelligenza emotiva ben sviluppata;
  • sa rimanere “al buio” quando serve e non ha bisogno di controllare ogni cosa.

 

Queste caratteristiche non si possono simulare e, per quanto possa “entrare nel ruolo” durante la sessione di Coaching, non è pensabile che una persona ego riferita, con particolari problemi o bisogni relazionali possa trasformarsi in un coach solo perché entra in sessione… questa trasformazione è possibile, ma deve avvenire a livello personale e solo dopo sarà disponibile nella professione.

Se ti sembra troppo difficile, non disperare: il percorso per diventare coach è anche una grande opportunità di sviluppo personale e comunque esistono coach di diverso livello e capacità. L’importante è iniziare e accumulare esperienza: facendo con onestà questa professione avrai l’opportunità di crescere e diventare il professionista che desideri e certamente una persona migliore.

MA QUALE FORMAZIONE?

Ognuno ha delle esigenze diverse e i percorsi formativi “giusti” potrebbero essere diversi in base ai diversi obiettivi o modi di essere. Però, come responsabile di una scuola che eroga un corso accreditato ACTP e membro di ICF da un decennio, non posso che consigliare di seguire un percorso accreditato dalla International Coach Federation, questa è la mia esperienza e quello che sinceramente credo.

In ogni caso è importante che prima di scegliere tu verifichi alcuni aspetti:

• Quello che viene promesso dalla scuola a voce viene anche scritto su un contratto? Prospettive professionali, formatori presenti, ore di formazione certificate, clienti con cui iniziare l’attività, ecc.

• Che certificazione offre la scuola? È una certificazione riconosciuta nel mondo del Coaching nazionale o internazionale? C’è un ente esterno alla scuola che certifica il valore della formazione offerta o fa tutto da sola? Vengono date informazioni chiare ed esaustive sulle procedure di certificazione? Come sono valutati gli studenti?

• I formatori della scuola sono dei coach? In che modo sono dimostrate le loro competenze di Coaching? Che esperienza documentata hanno come coach professionisti? Curricula, referenze, certificati, ecc.

• Aderiscono a un codicede ontologico o di etica?

• Da quanti anni la scuola opera? È possibile conoscere degli ex allievi? La scuola ha clienti nel mondo aziendale? Che reputazione ha su internet o presso ex allievi e competitor?

• La tipologia di iscritti al corso è compatibile con te e le tue aspettative? Preferisci un clima da “amanti del punto croce” o da master professionale?

• In che network professionale è inserita la scuola e i suoi formatori? Nazionale, internazionale? Qual è la quantità e qualità di relazioni e con con il mondo del Coaching professionale della faculty?

• Che tipo di supporto è disponibile alla fine del corso? Tutoring per l’avviamento e la certificazione, tirocinio, altri corsi disponibili, Mentor Coaching, Supervisione, ecc.

• Quanto tempo alla settimana ti servirà per studiare e per le esercitazioni? Ore di aula, studio a casa ed esercitazioni.

La professione del coach è gratificante e piena di soddisfazioni, soprattutto quando si è testimoni dei risultati che un cliente è in grado di ottenere grazie al Coaching.

Non avere fretta, dedica il giusto tempo a esplorare i percorsi e gli approcci disponibili. Serviranno tempo ed energie per diventare un coach qualificato e accreditato, meglio partire con il piede giusto.

 

Un articolo di Pier Paolo Colasanti

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