Pensiero sistemico, soluzioni e consapevolezza
Anche il bene comune sottostà alle leggi sistemiche, come per esempio quelle visibili in natura. I vari elementi del sistema si adattano o vengono eliminati affinché il sistema continui ad esistere e questo è semplicemente quello che è, senza aggettivi; se il bene comune viene perseguito da un ingegnere con la passione per il risparmio del tempo, ma senza nessuna consapevolezza del fattore umano e/o di altri fattori sistemici, a dispetto delle buone intenzioni, potremmo andare verso il male comune, quanto meno verso l’insoddisfazione comune e questo –attenzione- dato che un sistema tende sempre a cercare l’equilibrio, potrebbe significare meno clienti per la compagnia aerea, il conseguente licenziamento dell’ingegnere e un ritorno ai vecchi sistemi… invece, un bravo consulente farebbe un questionario per i passeggeri e parecchie domande ai lavoratori implicati nel processo d’imbarco, ai responsabili della compagnia, a chiunque fosse coinvolto e poi proporrebbe una soluzione, ma se anche il nostro consulente fosse molto bravo, proporrebbe comunque una soluzione sua, che potrebbe generare un fenomeno chiamato: “resistenza al cambiamento”, che però chiamerei: “resistenza al cambiamento imposto e noncurante del fattore umano”.
Pensiero sistemico: cosa potrebbe fare di meglio un coach?
Coinvolgere tutte le parti per facilitare la definizione e condivisione degli obiettivi, in modo che, quando definita una soluzione, tutte le persone coinvolte possano percepirla come volta al bene comune. Un coach lascerebbe la responsabilità delle soluzioni ai clienti i quali saprebbero trovare le migliori per loro, in quel momento e avrebbero la percezione di possedere gli strumenti per trovare nuove soluzioni al sopraggiungere di mutate condizioni o volontà.
In conclusione Il bene comune non è definibile in termini assoluti, ma il coaching, aiutando le persone a scoprire se stesse e ad aumentare la loro consapevolezza personale, è il metodo che più di altri le supporta nel definire quali azioni mettere in atto per il raggiungimento di obiettivi che coinvolgano il “bene comune”, aiutandole a prevederne le conseguenze nel tempo e nel sistema in cui si inseriscono. Nel caso il lavoro del coach sia richiesto da un cliente che non ha nessun interesse per il bene comune è importante che comunque il coach lo supporti nell’esplorare le conseguenze del raggiungimento del suo obiettivo, perché più un obiettivo sarà accolto o sostenuto dal sistema in cui si dovrà realizzare e maggiori sono le possibilità di successo e soddisfazione del cliente. Più il raggiungimento dell’obiettivo sarà utile al funzionamento del sistema e più sarà percepito come tale (bene comune) più sarà facile, probabile e duraturo il successo dell’iniziativa.
Insomma, cercare il bene comune è un vantaggio per tutti e non è dato sapere quale sia realmente il bene comune, ma ne possiamo avere una percezione che talvolta è… comune, il massimo bene comune possibile.
Tratto dall’articolo dell’autore pubblicato sul Magazine Coach Mag, Maggio 2014
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.